Dopo tanto clamore mediatico abbiamo iniziato a fare una fredda analisi su chi trae giovamento dal protrarsi di questa “emergenza sanitaria”. Con ben 843 casi ricoverati con sintomi (non necessariamente gravi o ricoverati per il virus ma positivi ad esso), 58 in terapia intensiva (che sono positivi al virus, non necessariamente in terapia intensiva a causa di esso) in tutta Italia.

Riflettendo un po’ è stato abbastanza facile stilare un elenco delle categorie di aziende che hanno tratto un giovamento da questa emergenza.

Partiamo da quando eravamo tutti chiusi in casa, chi era in quel momento che ha tratto il maggior profitto a discapito di tutti quelli che forzatamente sono stati costretti a chiudere?

  • La grande distribuzione organizzata (supermercati, ipermercati ecc.) gli unici ad essere autorizzati a tenere aperto.
  • Le compagnie telefoniche che hanno visto esplodere le richieste di banda e nuovi abbonamenti.
  • I fornitori di metano, gasolio e tutti i combustibili per riscaldamento dato che a marzo era ancora freddo, quindi sicuramente c’è stato un incremento nell’utilizzo domestico del riscaldamento.
  • I fornitori di gas per cucina ed energia elettrica dato che siamo diventati tutti un po’ cuochi per farci passare il tempo quindi sicuramente abbiamo utilizzato maggiormente la corrente elettrica ed il gas.
  • I negozi su internet, Amazon in primis, che hanno visto l’esplosione di acquisti dato che eravamo tappati in casa e non si poteva uscire.
  • I corrieri che sicuramente hanno incrementato la loro attività di consegna di conseguenza all’aumento degli ordini online.
  • Le TV a pagamento e le piattaforme di video su internet perché in qualche modo dovevamo pur farci passare il tempo a casa.
  • Le reti sociali (Facebook, Instagram, TikTok ecc.) che hanno visto un esplosione di utilizzo.
  • Sistemi di videoconferenza a pagamento tipo Zoom ecc.
  • Le banche che su ogni transazione fatta online con carta di credito ricavano una percentuale che rimane a loro e ai circuiti che erogano il servizio.
  • I produttori e gli importatori di mascherine, gel disinfettante, visiere, dispositivi medicali (es.termometri non a contatto, respiratori ecc.), le aziende farmaceutiche.
  • I politici al governo perché hanno impedito qualsiasi tipo di riunione, di conseguenza anche la possibile aggregazione di nuove forze politiche atte a contrastarli, oltre a possibili movimenti di protesta per palesare il disagio per le erratiche scelte fatte dai governanti. Senza contare il mascheramento di alcune manovre e della nullafacenza prospettica grazie alla grancassa del virus.

Alla riapertura invece chi si è aggiunto:

  • I servizi di consegna a domicilio con le relative piattaforme.
  • I produttori di plexiglass, di barriere e affini, ovvero tutti quelli che producevano già prima o si sono rapidamente convertiti per poter produrre questo genere di prodotti.
  • I produttori di sistemi disinfettanti per ambienti tipo ozono, di prodotti disinfettanti in genere, i servizi di disinfezione.
  • Le TV e le piattaforme online col monopolio degli eventi sportivi dato il divieto di andare allo stadio, anche se ai concerti si può partecipare da seduti.

Sicuramente avremo dimenticato qualche categoria, per cui eventualmente aiutateci ad integrare questo breve elenco.

Proseguendo quindi in questa “emergenza sanitaria” le suddette categorie continueranno a trarne beneficio sicuramente e poi avremo anche delle conseguenze, che affronteremo fra qualche tempo.

Ultima chicca, ma non per importanza, l’Italia per far fronte alla difficoltà economica innescata dal virus si indebiterà ulteriormente ed il suo debito sarà acquistabile da banche, fondi, altri stati ecc. che possedendo questo debito potranno, presto o tardi, usarlo come leva nei confronti dell’attuale o futuro governo.