In questi giorni è riemerso lo “scandalo” dei braccianti sfruttati per la raccolta dei pomodori. Il problema è riemerso per un brutto incidente in cui sono morti alcuni di loro.

Adesso è caccia al caporalato, allo sfruttamento, al lavoro nero, alle condizioni disagiate in cui queste persone vivono data la bassissima retribuzione del loro lavoro, e si grida al lupo al lupo contro i contadini sfruttatori e disonesti.

ALT! Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire se la colpa sta nel “contadino sfruttatore” o nel “consumatore sparagnino”.

La legge italiana permette alle catene di grande distribuzione di prodotti alimentari di fare delle aste a ribasso per l’acquisto massivo di prodotti derivati dal pomodoro. Chi lavora il pomodoro per produrre ad esempio la passata così si trova allettato dalla grande quantità che queste catene sono in grado di comprare ma il prezzo lo fanno loro e non il produttore. Così il produttore ha due vie su cui potersi ricavare il proprio margine: risparmiare sul costo della materia prima (i pomodori) e risparmiare sul costo del personale addetto alla produzione del lavorato.

Dal momento che questo è un settore piuttosto maturo in cui si può sicuramente innovare ma gli spazi di manovra non sono poi molti è molto più semplice tirare il prezzo della materia prima facendo acquisti massivi.

Per ottenere questo risultato qualcuno deve uscire dalle regole se no non ci sta dentro e quindi: lavoro nero e sfruttamento.

Si può e si deve certamente controllare i braccianti ma forse bisognerebbe prima allentare la pressione su di loro vietando per legge di poter acquistare anche in grandi quantità un prodotto come ad esempio la passata di pomodoro sotto un certo costo. Il costo del lavoro legale non è un mistero, è stabilito dal contratto nazionale, i rendimenti di raccolta non sono più un mistero per cui si può facilmente calcolare il reale costo di 1 quintale di pomodoro raccolto sotto il quale non si può scendere se non trasgredendo le regole.

Quindi applicando un po’ di logica, un po’ di matematica, leggendo contratti nazionali e facendo leggi assennate si potrebbe spegnete questo fenomeno dall’alto della catena e non solo dal basso come si sta cercando invano di fare ora.

Inoltre caro consumatore ricordiamoci che il mercato risponde sempre alle leggi di domanda e offerta, per cui se continuiamo a scegliere sempre e solo il prodotto più economico, senza curarci di come si arrivi a tanta economia, poi non meravigliamoci ed danno collaterale prodotto.